E’ diffusa l’idea che tra uomo e cane non ci possa essere un vero dialogo, come se appartenessero a due mondi separati. Eppure, chi vive davvero con un cane sa quanto questa convinzione sia lontana dalla realtà. I cani comunicano con noi ogni giorno, in modi che vanno ben oltre il semplice addestramento: ci parlano con lo sguardo, con il corpo, con la voce. E imparano a capirci anche quando non diciamo nulla.
Il linguaggio del cane è fatto di piccoli segnali: posture, espressioni, vocalizzazioni. È una forma di comunicazione silenziosa ma estremamente ricca, che funziona in entrambe le direzioni. Proprio come un cane può intuire il nostro stato d’animo dal tono della voce o dai gesti che compiamo, anche noi possiamo imparare a capire cosa ci sta dicendo osservando il suo comportamento.
Secondo Stanley Coren, psicologo e scrittore che ha dedicato anni allo studio del comportamento canino, i cani non addestrati usano almeno 56 segnali diversi che gli esseri umani possono riconoscere: tra questi ci sono 10 tipi di abbaio, 5 ringhi, 8 vocalizzazioni diverse, 11 movimenti della coda, 5 posizioni delle orecchie e degli occhi, 5 espressioni della bocca e 12 posture corporee. Un vero e proprio vocabolario silenzioso, tutto da scoprire.
Il linguaggio del corpo: cosa ci dice davvero il nostro cane
Quando si parla di linguaggio del cane, uno degli aspetti più affascinanti e importanti da conoscere è quello che riguarda il linguaggio del corpo. Attraverso la postura, le espressioni facciali e i movimenti, il cane ci racconta costantemente come si sente e quali sono le sue intenzioni.
Le espressioni: lo sguardo che parla
Chi convive con un cane lo sa bene: basta uno sguardo per capire che qualcosa bolle in pentola. Un muso inclinato, occhi languidi e un’espressione tenera sono spesso un modo per chiedere coccole, attenzione o un boccone goloso.
Lo sguardo di un cane può avere moltissime sfumature, ma in linea generale possiamo individuare tre tendenze principali:
- Occhi chiusi o socchiusi: spesso indicano rilassamento, sottomissione oppure piacere. Un cane che chiude gli occhi mentre lo accarezzi, per esempio, si sta godendo quel momento.
- Occhi normalmente aperti: sono il segno di uno stato emotivo tranquillo. Il cane è rilassato, in equilibrio e non percepisce minacce.
- Occhi spalancati: possono essere un segnale di allarme. Paura, ansia o anche una reazione aggressiva possono essere accompagnate da uno sguardo molto teso.
Anche le pupille ci dicono molto. Pupille dilatate in un contesto non luminoso, ad esempio, possono indicare stress o eccitazione e, in alcuni casi, un livello di tensione da non sottovalutare.
La postura: un libro aperto
Il modo in cui un cane tiene il corpo è un indicatore diretto delle sue emozioni e delle sue intenzioni. In genere, quando si sente sicuro o vuole assumere un atteggiamento dominante, tende a rendere il suo corpo più grande, sollevando la testa, irrigidendo le zampe e inarcando la schiena. Potresti notare il pelo sollevato su collo e dorso: un chiaro segnale di allerta.
Al contrario, quando il cane è in una posizione di sottomissione o vulnerabilità, cerca di rimpicciolirsi: abbassa la testa, tiene la coda tra le gambe e si avvicina al suolo, quasi “strisciando”. È il suo modo per dire “non sono una minaccia”.
Anche le orecchie svolgono un ruolo importante nel linguaggio del cane. Se sono dritte e rivolte in avanti, vuol dire che è attento e pronto a reagire. Se invece sono all’indietro, può trattarsi di un segnale di tranquillità, ma anche di disagio: il contesto, come sempre, è fondamentale.
I movimenti: quando ogni gesto ha un significato
Nel linguaggio del cane anche i movimenti, soprattutto quelli della coda, sono estremamente rivelatori. È vero che lo scodinzolio è spesso associato alla felicità, ma non è sempre così semplice.
La posizione della coda, ad esempio, dice molto:
- Alta: sicurezza, eccitazione, a volte dominanza.
- Bassa o tra le gambe: paura, insicurezza, sottomissione.
La velocità dello scodinzolio è proporzionale all’eccitazione: più il cane è agitato, più la coda si muove rapidamente. E anche la direzione può dirci qualcosa: alcuni studi suggeriscono che se la coda tende verso destra, il cane è più aperto e rilassato, mentre una direzione verso sinistra potrebbe indicare disagio o intenzione di allontanarsi.
Altri gesti da osservare includono:
- Girare in tondo: comportamento normale prima di dormire o fare i bisogni, ma se eseguito in modo compulsivo o rallentato, può indicare ansia o sospetto.
- Sbadigliare: spesso un segnale di calma. Può essere usato per stemperare una situazione tesa o per esprimere confusione (“non capisco cosa vuoi da me”). Se ti guarda mentre sbadiglia, potrebbe cercare di dirti proprio questo.
- Annusare: non è solo esplorazione. Quando ci sono altri cani nei paraggi, annusare può diventare un comportamento pacificatore, come a dire: “non sono una minaccia”.
La comunicazione del cane
Comunicare significa trasmettere un’informazione da un individuo a un altro. Per essere efficace, la comunicazione deve risultare chiara e comprensibile.
Questo semplice concetto racchiude tutta la complessità della comunicazione, soprattutto quando avviene tra specie diverse — come accade nel rapporto tra uomo e cane (comunicazione interspecifica).
Coerenza tra i segnali: la chiave della comprensione
Affinché il messaggio venga realmente compreso, il ricevente deve interpretare correttamente i segnali ricevuti. Questo accade solo se:
- ciò che il cane vede con gli occhi,
- ciò che sente con le orecchie,
- e ciò che percepisce con l’olfatto
sono coerenti tra loro.
Quando tutti questi segnali combaciano, la comunicazione funziona:
è come un puzzle che si completa, e i membri del branco (umani o animali) riescono a capirsi e collaborare in base alla situazione.
La sincerità della comunicazione tra cani
Uno degli aspetti più affascinanti della comunicazione intraspecifica (tra soggetti della stessa specie) è la sua sincerità.
I messaggi trasmessi attraverso:
- posture del corpo,
- odori,
- e suoni
ovvero la cosiddetta comunicazione metaverbale (basata su gesti, mimica e atteggiamenti),
sono sempre autentici e privi di ambiguità.
Il fraintendimento tra uomo-cane
I problemi nascono quando l’essere umano si rivolge al cane come a un altro umano,
utilizzando prevalentemente parole (comunicazione verbale), nella speranza che vengano comprese.
Ma il cane non si affida principalmente al linguaggio verbale.
Dà invece molto più peso a:
- il linguaggio del corpo,
- gli odori legati al nostro stato emotivo,
- e l’intonazione della voce.
Ed è proprio questa differenza a causare molte incomprensioni.
Un esempio concreto: quando il cane “non ascolta”
Immaginiamo la scena:
- Il proprietario chiama il cane, che però non risponde.
- Allora insiste, lo richiama con tono affettuoso (“vieni piccolo, dai, fai il bravo”).
- Ma nel frattempo ha un atteggiamento teso: è in piedi, il busto eretto, lo sguardo severo.
- La voce è apparentemente dolce, ma tradisce disappunto.
Il cane, sintonizzato sul linguaggio del corpo, percepisce questa incoerenza e sceglie di non avvicinarsi. Anzi, potrebbe perfino allontanarsi ancora di più.
Cosa è successo?
Il messaggio verbale (le parole) è risultato contraddittorio rispetto a quello metaverbale (postura e atteggiamento).
Il cane, come fa istintivamente, si fida di più del linguaggio del corpo e decide di evitare un proprietario che percepisce come arrabbiato.
L'importanza dei sensi nella comunicazione del cane
Il cane utilizza i sensi per ottenere informazioni sugli altri esseri viventi e per inviarle a sua volta. Per questo motivo, i suoi sensi sono molto sviluppati. L’uomo sfrutta queste capacità a proprio vantaggio in diverse situazioni, come:
- Caccia
- Ricerca di tartufi
- Ricerca di persone scomparse o sepolte
- Ricerca di droga
- Sorveglianza privata
L’olfatto: il senso dominante
Il senso dell’olfatto è il più sviluppato e utilizzato dal cane. Con il solo uso del naso, riesce a raccogliere un’enorme quantità di informazioni sull’ambiente, sugli altri animali e persino sugli stati emotivi delle persone. È per questo che spesso, al primo incontro, un cane tende a “ispezionare” un essere umano annusandolo dalla testa ai piedi.
Attraverso l’olfatto, il cane percepisce anche i feromoni, sostanze chimiche che trasmettono segnali relativi allo stato psicofisico. Questi vengono prodotti da diverse parti del corpo: ghiandole anali e perianali, condotto uditivo esterno, cute della coda, cuscinetti plantari e sono presenti anche in feci, urine e secrezioni vaginali. Per esempio, quando un cane “marca” il territorio con piccole quantità di urina durante la passeggiata — fino a 80 volte in quattro ore — sta lasciando veri e propri messaggi chimici per altri cani.
La voce: uno strumento più umano che naturale
Anche se il cane possiede una comunicazione vocale, questa si è arricchita e modificata con la vita domestica. L’abbaio, ad esempio, è un suono molto più comune nel cane domestico rispetto ai canidi selvatici. Alcune razze, come il cocker, sono particolarmente “loquaci”, mentre altre, come il chow-chow o i levrieri, risultano più silenziose. Esistono anche razze “mute”, come il basenji, che emette suoni molto particolari per via della conformazione della sua laringe.
La comunicazione visiva: un linguaggio fatto di postura e sguardi
Il corpo del cane parla. E lo fa attraverso la postura, la mimica facciale, la posizione delle orecchie, della coda, e perfino attraverso la piloerezione. Quando un cane vuole apparire dominante, si mostra ben saldo sulle quattro zampe, la testa alta, le orecchie erette e lo sguardo diretto e deciso. Al contrario, un cane sottomesso abbassa la testa, ritrae la coda tra le gambe e distoglie lo sguardo.
In situazioni di sottomissione accentuata, può arrivare a sdraiarsi su un fianco, esponendo la gola, il ventre e i genitali: una posizione che richiama l’atteggiamento del cucciolo durante la pulizia materna. Talvolta, può persino urinare per enfatizzare la propria sottomissione, soprattutto in presenza di un essere umano.
Un altro gesto di sottomissione, anch’esso legato alla fase infantile, è il leccare le labbra dell’altro cane, comportamento tipico del cucciolo che chiede alla madre di rigurgitare il cibo.
Il gioco: una comunicazione complessa e precisa
Anche il gioco ha un proprio linguaggio. Quando un cane assume la tipica posizione con il petto abbassato e la parte posteriore sollevata, sta chiaramente comunicando che ciò che segue è un momento ludico. È una sorta di “contratto sociale” con l’altro cane: anche se potranno esserci ringhi, morsi o inseguimenti, nulla sarà fatto con reale aggressività.
Durante il gioco, può manifestarsi anche un ansimare particolare, facilmente riconoscibile a distanza: la bocca è socchiusa, la lingua è visibile, e l’espressione generale del muso è distesa. Questo tipo di ansimare, pur essendo un segnale uditivo, ha anche una forte componente visiva.
Tatto e contatto fisico: un linguaggio sottile
Il tatto entra in gioco soprattutto nei primi mesi di vita. I cuccioli comunicano con la madre attraverso il contatto fisico, ad esempio con il riflesso di intruffolamento per raggiungere le mammelle. Da adulti, i cani continuano a utilizzare il contatto in situazioni sociali particolari: si toccano con il muso, si appoggiano durante il sonno, oppure mantengono un contatto fisico durante il gioco o i rituali di saluto.
Il contatto tra cani: esplorazione e riconoscimento
Quando due cani si incontrano, è frequente osservare un rituale di esplorazione olfattiva: prima annusano la testa e il corpo dell’altro, poi si concentrano con maggiore insistenza sulla zona ano-genitale. Questo comportamento è particolarmente marcato nei maschi.
Il contatto con l’uomo: il naso legge le emozioni
Anche con gli esseri umani il cane utilizza l’olfatto per ottenere informazioni. Annusare le mani o i vestiti di una persona permette al cane di “leggere” il suo stato d’animo. Paura, tensione o sicurezza vengono percepite e interpretate con grande precisione.
La marcatura del territorio: un messaggio doppio
Quando un cane alza la zampa per urinare, non sta solo compiendo un atto fisiologico, ma sta comunicando. Questo gesto ha una valenza visiva — un altro cane può vederlo da lontano e interpretare l’intenzione di marcare il territorio — ma anche olfattiva, poiché l’urina contiene feromoni che parlano del suo stato psicofisico.
Alzare la zampa consente al cane di diffondere il messaggio su un’area più ampia, aumentando la possibilità che venga percepito da altri individui