leishmaniosi nel cane

Leishmaniosi nel cane: cos’è, sintomi, diagnosi e come curarla

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Tra le malattie del cane più diffuse e discusse negli ultimi anni troviamo senza dubbio la leishmaniosi canina. Spesso si sentono dire molte cose in merito, ma oggi facciamo chiarezza su tutti i fronti e vediamo insieme come riconoscere la leischmaniosi nel cane, affrontarla, curarla e magari prevenirla.

Cos'è la leishmaniosi canina

La leishmaniosi canina è una malattia infettiva e cronica causata da un parassita chiamato Leishmania infantum. Si tratta di una patologia complessa, che può interessare diversi organi e apparati del cane, provocando sintomi anche molto diversi tra loro.

Non sempre si manifesta in modo evidente: può rimanere silente per mesi o addirittura anni, prima di dare i primi segnali. Quando si attiva, tende a compromettere progressivamente il sistema immunitario, la pelle, i reni, le articolazioni e altri organi vitali.

E’ una malattia che richiede attenzione costante, perché purtroppo non esiste ancora una cura definitiva, ma con una diagnosi precoce e un trattamento adeguato è possibile rallentarne il decorso e garantire al cane una buona qualità di vita.

Differenza tra leishmaniosi cutanea e viscerale

La leishmaniosi nel cane si presenta in due forme principali, che differiscono per gravità, sintomi e aree del corpo colpite: la forma cutanea e la forma viscerale.

Leishmaniosi cutanea

Questa forma interessa principalmente la pelle e si manifesta con lesioni visibili. Il cane può sviluppare ulcere, croste, perdita di pelo e infiammazioni localizzate. Spesso le zone colpite sono il muso, le orecchie, le zampe e la coda. La leishmaniosi cutanea può causare prurito e disagio, ma generalmente non coinvolge gli organi interni. È una forma più localizzata e spesso meno grave, ma comunque da non sottovalutare.

Leishmaniosi viscerale

Questa forma è più grave perché coinvolge gli organi interni come il fegato, la milza, i reni e il midollo osseo. I sintomi sono più generali e sistemici, come febbre, dimagrimento, debolezza, linfonodi ingrossati, anemia e problemi renali. La leishmaniosi viscerale può portare a danni progressivi e seri, rendendo la gestione della malattia più complessa e richiedendo un trattamento tempestivo e accurato.

In molti casi, la leishmaniosi in un cane può presentare aspetti di entrambe le forme, con sintomi cutanei accompagnati da problemi interni.

Capire bene quale forma ha il nostro cane è fondamentale per decidere la terapia più adatta e per monitorare con attenzione l’evoluzione della malattia.

Come si trasmette la leishmaniosi canina

La leishmaniosi canina si trasmette attraverso la puntura di un insetto chiamato pappatacio (o flebotomo), un piccolo parente della zanzara, attivo soprattutto nei mesi caldi e nelle ore serali e notturne. Quando il pappatacio punge un cane già infetto, può ingerire il parassita e trasmetterlo in seguito a un altro animale attraverso una nuova puntura.

Non si tratta quindi di una malattia contagiosa nel senso classico: non si trasmette da cane a cane per contatto diretto, e neppure attraverso la saliva, le feci o le urine. Solo il pappatacio può veicolare l’infezione, rendendolo l’anello fondamentale nella catena di trasmissione.

In alcune rarissime circostanze, la malattia può essere trasmessa anche dalla madre ai cuccioli durante la gravidanza o tramite trasfusioni di sangue infetto, ma sono casi molto più rari.

Proprio per questo motivo, la prevenzione passa soprattutto dal controllo del vettore: proteggere il cane dal contatto con i pappataci è la strategia più efficace per evitare l’infezione.

La leishmaniosi è contagiosa per l’uomo?

Una delle domande più frequenti tra i proprietari di cani è se la leishmaniosi possa essere trasmessa anche all’uomo. La risposta è sì, ma con delle importanti precisazioni.

La leishmaniosi è una zoonosi, cioè una malattia che può colpire sia gli animali che le persone. Tuttavia, non si trasmette dal cane all’uomo in modo diretto. Né carezze, né baci, né la condivisione di spazi o oggetti rappresentano un pericolo.

Come per i cani, l’unico vero veicolo di trasmissione per l’uomo è il pappatacio. Se un insetto punge un cane infetto e poi punge una persona, può teoricamente trasmettere il parassita, ma si tratta di situazioni estremamente rare, soprattutto in presenza di buone condizioni igienico-sanitarie.

Le persone più a rischio sono in genere individui con un sistema immunitario fortemente compromesso, come i pazienti immunodepressi. Per la popolazione sana, il rischio è molto basso.

In ogni caso, proteggere il proprio cane dalla leishmaniosi significa proteggere anche se stessi, riducendo la diffusione del parassita nell’ambiente.

Come comportarsi se il cane è positivo alla leishmaniosi

Ricevere una diagnosi di leishmaniosi per il proprio cane può spaventare, ma è importante sapere che non si tratta di una condanna. Con le giuste attenzioni, molti cani positivi possono vivere a lungo e con una buona qualità della vita.

La prima cosa da fare è affidarsi a un veterinario esperto, che imposterà una terapia su misura in base allo stadio della malattia e alle condizioni generali del cane. I trattamenti non eliminano il parassita, ma possono tenerlo sotto controllo, ridurre i sintomi e rallentare la progressione della malattia.

E’ fondamentale essere puntuali con le visite di controllo e seguire scrupolosamente le indicazioni sul piano terapeutico. Alcuni cani potrebbero necessitare di cure costanti, altri di semplici controlli periodici.

A casa, è bene:

  • Evitare lo stress eccessivo, che può indebolire ulteriormente il sistema immunitario;
  • Garantire una dieta sana e bilanciata, spesso integrata con sostanze utili a supportare le difese immunitarie;
  • Proteggere il cane dai pappataci tutto l’anno, con antiparassitari specifici, anche se è già positivo;
  • Mantenere un buon livello di igiene generale e tenere sotto controllo eventuali nuovi sintomi.

Infine, non bisogna isolare il cane o averne paura: non è pericoloso per la famiglia o per altri animali. Con affetto, pazienza e un po’ di attenzione in più, un cane leishmaniotico può continuare a dare – e ricevere – amore ogni giorno.

Distribuzione in Italia e zone a rischio

Fino a qualche anno fa, la leishmaniosi era considerata una malattia tipica delle regioni meridionali e costiere, dove il clima caldo-umido favoriva la presenza dei pappataci. Oggi, però, la situazione è profondamente cambiata.

Il cambiamento climatico, con temperature più alte anche in zone una volta considerate “sicure”, ha esteso l’area di diffusione del parassita in gran parte del territorio nazionale. Oggi la leishmaniosi è presente in tutte le regioni del Centro-Sud, ma si segnalano sempre più casi anche nel Nord Italia, in particolare:

  • in Liguria,
  • in alcune aree della Lombardia,
  • in zone umide del Piemonte,
  • e persino in alcune valli dell’Emilia-Romagna e del Veneto.

Le zone più a rischio restano comunque le aree costiere, lacustri e collinari, dove i pappataci trovano l’ambiente ideale per riprodursi: caldo, umido e con abbondanza di vegetazione.

Anche le aree urbane non sono del tutto esenti: parchi, giardini e aree verdi possono diventare habitat favorevoli per i flebotomi, soprattutto nei mesi più caldi, da maggio a ottobre.

Per questo motivo è importante non abbassare la guardia, nemmeno se si vive in regioni che in passato non venivano considerate endemiche. La prevenzione, oggi più che mai, deve essere una priorità per tutti.

I sintomi della leishmaniosi: ecco come si manifesta

I sintomi sono molto comuni e spesso trascurati per la loro generalità, ma vediamoli più nel dettaglio per capire cosa potrebbe rappresentare un campanello d’allarme:

  • Stanchezza insolita: il cane appare abbattuto, poco reattivo, si stanca facilmente anche dopo brevi passeggiate.
  • Dimagrimento progressivo: nonostante mangi regolarmente, può perdere peso senza una causa apparente.
  • Perdita di appetito: in alcuni casi il cane inizia a rifiutare il cibo.
  • Problemi cutanei: si possono notare zone con perdita di pelo, croste, ulcere, soprattutto intorno agli occhi, al naso, alle orecchie e sulle zampe.
  • Unghie che crescono in modo anomalo, spesso molto lunghe e fragili.
  • Epistassi (sangue dal naso): un sintomo abbastanza caratteristico, che non va mai sottovalutato.
  • Occhi opachi, infiammati o con secrezioni anomale.
  • Linfonodi ingrossati: facilmente palpabili soprattutto sotto il collo e dietro le zampe.
  • Dolori articolari e zoppia: il cane può avere difficoltà nei movimenti o mostrare dolore toccandolo in alcuni punti.

In ognuno di questi casi è bene contattare immediatamente il veterinario, far visitare il cane e farlo sottoporre esplicitamente all’analisi diretta della leishmaniosi.

Capire se un cane ha contratto la leishmaniosi è molto semplice perchè basta un’analisi specifica del sangue, che ci da modo di saperlo con certezza e in soli 10 minuti.

Come si diagnostica la leishmaniosi canina?

La diagnosi della leishmaniosi richiede un approccio attento e spesso multidisciplinare, perché la malattia può manifestarsi in modi molto diversi a seconda della gravità e della fase in cui si trova.

Anamnesi e visita clinica

Il veterinario parte sempre da una raccolta dettagliata delle informazioni: storia clinica del cane, eventuali viaggi o soggiorni in zone a rischio, presenza di sintomi sospetti come dimagrimento, letargia, lesioni cutanee o epistassi. La visita fisica serve a valutare i segni visibili come linfonodi ingrossati, alterazioni della pelle o problemi oculari.

Test sierologici

Il test più utilizzato è il test sierologico, che ricerca nel sangue gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario contro il parassita Leishmania. Questo esame può essere effettuato con metodiche diverse:

  • Test rapido (immunocromatografia): fornisce una risposta in circa 10-20 minuti, utile come screening iniziale;
  • ELISA o IFAT: sono esami più sensibili e quantitativi, usati per confermare la diagnosi e per monitorare la risposta alla terapia.

Va ricordato che un risultato positivo indica che il cane è stato esposto al parassita, ma non sempre significa che la malattia sia attiva o che il cane manifesti sintomi.

Diagnosi diretta del parassita

Per avere certezza assoluta, soprattutto in casi sospetti o in stadi avanzati, il veterinario può ricorrere a metodi per individuare direttamente il parassita:

  • Esame microscopico di campioni di midollo osseo, linfonodi o lesioni cutanee: si cerca la presenza di Leishmania all’interno delle cellule;
  • PCR (reazione a catena della polimerasi): un test molecolare molto sensibile che identifica il DNA del parassita, utile anche per monitorare la carica parassitaria nel tempo.

Esami di laboratorio per valutare i danni d’organo

La leishmaniosi può coinvolgere reni, fegato e altri organi. Per questo si eseguono:

  • Esami ematici completi: per valutare anemia, alterazioni delle proteine, infiammazione;
  • Esami biochimici: per controllare la funzionalità renale (creatinina, azotemia) e epatica;
  • Esame delle urine: per identificare eventuali danni renali o proteinuria, un segno comune in cani con leishmaniosi attiva.

Monitoraggio e diagnosi differenziale

Spesso è necessario ripetere gli esami nel tempo per capire come evolve la malattia e distinguere la leishmaniosi da altre patologie con sintomi simili.

Cura e trattamenti per la leischmaniosi

Come già detto la leishmaniosi canina è una malattia complessa e cronica, per cui purtroppo non esiste ancora una cura definitiva che elimini completamente il parassita dall’organismo. Tuttavia, grazie ai progressi della medicina veterinaria, oggi è possibile gestire la malattia in modo efficace, rallentando la sua evoluzione e migliorando la qualità della vita del cane.

Obiettivi del trattamento

L’obiettivo principale è controllare la replicazione del parassita e ridurre i sintomi, prevenendo i danni gravi agli organi interni, in particolare ai reni, che possono compromettere seriamente la salute dell’animale.

Farmaci comunemente utilizzati

  • Antileishmanici: farmaci specifici che agiscono direttamente sul parassita, come il meglumina antimonato o l’allopurinolo. Spesso sono usati in combinazione per aumentare l’efficacia del trattamento.
  • Farmaci di supporto: per contrastare i sintomi associati, come antinfiammatori, integratori per il fegato o farmaci per proteggere i reni.

Durata e monitoraggio

Il trattamento è solitamente lungo, può durare mesi o addirittura anni, e richiede un attento monitoraggio veterinario per valutare la risposta e adattare le dosi. Spesso, anche dopo la sospensione dei farmaci, il cane deve continuare a fare controlli regolari per evitare recidive.

Importanza del supporto e delle cure complementari

Oltre ai farmaci, è fondamentale offrire al cane una dieta bilanciata e uno stile di vita che favoriscano il mantenimento delle sue difese immunitarie. Alcuni veterinari consigliano anche integratori specifici per rinforzare il sistema immunitario.

Prevenzione della leishmaniosi

Per combattere questa malattia ad oggi c’è il vaccino, un gesto preventivo che può salvare letteralmente la vita del nostro amico a quattro zampe.

Vi sono inoltre tanti gesti importanti da compiere per prevenirla, come:

  • usare antiparassitari specifici contro i flebotomi;
  • tenere il cane in casa di notte se ci si trova in zone a rischio;
  • effettuare controlli periodici e regolari dal veterinario di fiducia.

Le informazioni contenute in questo articolo sono puramente informative, e non devono essere assolutamente sostituite ad un parere medico veterinario.

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