Quando si parla di erba gatta, l’immagine più comune è quella di un gatto che si rotola e si lascia coinvolgere da una momentanea euforia. Ma cosa si nasconde realmente dietro questa reazione spontanea? Cos’è l’erba gatta, perché esercita un’attrattiva così potente sui felini e, soprattutto, quanto ne comprendiamo veramente? In questo approfondimento, esploreremo la Nepeta cataria, analizzando le evidenze scientifiche, gli usi veterinari e le questioni ambientali, chiarendo molti miti ancora diffusi online.
Cos’è davvero la Nepeta cataria?
La Nepeta cataria, conosciuta anche come erba gatta, catnip o menta dei gatti, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. Originaria dell’Anatolia, del Medio Oriente e delle zone eurasiatiche, oggi viene coltivata anche in Nord America, sia per scopi ornamentali sia per usi terapeutici e comportamentali. È una pianta aromatica e officinale, nota fin dall’antichità, poiché i suoi effetti sui felini sono stati descritti in trattati di medicina popolare medievali.
Il principio attivo principale è il nepetalattone, un composto presente nelle foglie e nei fiori che causa le reazioni tipiche nei gatti. Spesso, si tende a considerare l’erba gatta come un semplice giocattolo naturale, senza approfondire i meccanismi scientifici o considerare rischi e benefici. In realtà, il nepetalattone agisce sul sistema neurochimico dei felini, e comprenderne il funzionamento permette di sfruttarne al meglio potenzialità e limiti.

Effetti neurochimici e risposte comportamentali nei gatti
Studi diversi hanno analizzato la reazione dei gatti all’erba gatta. È importante sapere che questi effetti non sono magici né inspiegabili, ma risultano da processi chimici ben definiti. Il nepetalattone si lega ai recettori olfattivi, stimolando zone cerebrali che regolano il piacere e il desiderio. Questo provoca comportamenti stereotipici come miagolii, rotolamenti, salti e attivazione delle ghiandole odorifere, seguiti da momenti di rilassamento.
La risposta varia tra i singoli felini: alcuni reagiscono già a sei mesi, altri meno o per nulla. Uno studio pubblicato su Science Advances nel 2021 ha evidenziato che il nepetalattone può indurre il rilascio di endorfine, favorendo un’euforia temporanea. Tuttavia, un uso eccessivo può portare a insensibilizzazione, cioè a una diminuzione della sensibilità, simile a un fenomeno di assuefazione. Per i gatti più ansiosi o sensibili, questa stimolazione può risultare troppo intensa o controproducente.
Le reazioni dei gatti all’erba gatta non sono né magiche né inspiegabili. La scienza ha chiarito che il nepetalattone si lega ai recettori olfattivi e stimola specifiche aree del cervello, in particolare quelle legate al piacere. Il risultato è una risposta comportamentale stereotipata che può includere miagolii, rotolamenti, salti, stimolazione delle ghiandole odorose e una fase successiva di rilassamento.
L’erba gatta come strumento veterinario: uso e precauzioni
Per secoli, è stata considerata principalmente un passatempo; oggi, invece, ha un suo ruolo anche in veterinaria. Può contribuire all’arricchimento ambientale, favorire l’attività fisica e mentale dei gatti, ridurre noia e ansia. Tuttavia, le linee guida ufficiali sono ancora poche, e spesso si adotta un approccio empirico.
Gli esperti raccomandano di somministrare erba gatta con moderazione: massimo due volte a settimana, con dosi di circa 0,5 grammi per applicazione. È importante evitare l’uso forzato e limitare l’uso in gatti in gravidanza o con problemi neurologici o comportamentali complessi. La modalità di somministrazione può variare tra foglie essiccate, spray, estratti o giocattoli imbottiti, ciascuno con differenti concentrazioni. La supervisione veterinaria è fondamentale, specialmente per soggetti delicati.
Oltre i gatti: utilizzo umano ed effetti fitoterapici
Oltre all’attrazione sui gatti, la Nepeta cataria è impiegata da tempo anche come rimedio naturale per l’uomo, principalmente sotto forma di infusi e tisane. Sono attribuiti effetti rilassanti, antispasmodici e sedativi lievi. In medicina tradizionale, viene usata per alleviare ansia, disturbi del sonno e problemi digestivi. Tuttavia, queste proprietà non sono state rigorosamente validate scientificamente e sono considerate più come rimedi tradizionali.
Nell’impiego fitoterapico, il suo utilizzo è ancora non riconosciuto, e bisogna prestare attenzione: alcuni estratti potrebbero irritare le mucose, interferire con farmaci o essere sconsigliati a donne in gravidanza e bambini. E’ sempre consigliabile consultare un medico o un esperto prima di intraprendere terapie con rimedi naturali.
Sostenibilità e impatto ambientale
La coltivazione di Nepeta cataria presenta alcuni vantaggi dal punto di vista ambientale. La pianta richiede poche risorse: cresce facilmente in pieno sole, in terreni ben drenati e senza bisogno di fertilizzanti chimici. Può essere coltivata sia in vaso che in piena terra, tramite semina o talea, anche in agricoltura biologica.
Inoltre, grazie al nepetalattone, esercita un’azione repellente naturale contro insetti come zanzare e mosche. Questo la rende un’alternativa ecologica a certi pesticidi, utile anche nella protezione delle colture o degli spazi domestici. Tuttavia, pochi prodotti di mercato garantiscono una reale tracciabilità biologica o l’assenza di pesticidi. La scelta del fornitore è cruciale per ottenere prodotti sicuri e rispettosi dell’ambiente.
Varietà e alternative: non solo Nepeta cataria
Oltre alla Nepeta, altre piante come valeriana, silvervine (Actinidia polygama), il tatarian honeysuckle e l’erba per gatti (spesso confusa con l’erba gatta) hanno effetti attrattivi sui gatti. Tuttavia, la loro efficacia e tolleranza variano. Esistono anche varietà ornamentali di Nepeta, come la Nepeta faassenii, apprezzate per resistenza e estetica, ma meno efficaci nel suscitare reazioni nei felini. Conoscere le differenze tra queste specie permette di fare scelte più consapevoli, in funzione delle proprie esigenze e di quelle dei propri animali.

Conclusioni: un approccio scientifico e sostenibile all’erba gatta
Parlare di erba gatta significa andare oltre le immagini simpatiche di gatti in estasi e affrontare con serietà questa materia. La sua corretta gestione, basata su studi e pratiche veterinario-scientifiche, può portare benefici duraturi. Coltivarla e utilizzarla in modo responsabile aiuta a tutelare la salute animale, il benessere umano e l’ambiente. Solo così si evitano fraintesi e si promuove una cultura più consapevole e rispettosa.
Dietro alle immagini di gatti che si rotolano in erba gatta, c’è un mondo di chimica, biologia e sostenibilità che merita di essere conosciuto e diffuso.